Call of duty modern warfare 3 vs Battlefield 3

Call Of Duty Modern Warfare 3

La campagna per un giocatore di Modern Warfare 3 continua dove era finita quella di Modern Warfare 2, con Price e soprattutto Soap più morti che vivi dopo aver regolato i conti con Shepard e in viaggio verso una località ignota con l’aiuto di Nikolaj. Ma non temete: non abbiamo alcuna intenzione di rivelarvi niente della trama del nuovo colossal bellico di Activision. Le critiche mosse alla campagna di Modern Warfare 2 riguardavano soprattutto la sua sceneggiatura, confusa e poco coesa, che lasciò troppi dubbi sugli eventi raccontati e sulla storia narrata. Fortunatamente questo non accade in Modern Warfare 3: la trama è piuttosto semplice e lineare, ma è raccontata con scene d’intermezzo realizzate ottimamente, con una regia indovinata e che in un paio di casi ci hanno colpito per il tono e i sentimenti comunicati. Un’altra delle grandi critiche mosse alla serie di Call of Duty a partire da Modern Warfare è il deciso cambio di messaggio e tono: mentre i primi due episodi erano giochi in cui i protagonisti erano soldati impegnati a completare missioni, ad adempiere il loro dovere, ma anche a sopravvivere agli orrori della guerra, a partire da Call of Duty 4 molti hanno percepito un cambiamento di atteggiamento da parte degli autori e i giochi sono sembrati più impegnati a celebrare la guerra e a spettacolarizzarla il più possibile, rendendola “cool” e “figa” e mettendo in secondo piano il dramma dei soldati coinvolti. In Modern Warfare 3, sebbene sia ancora presente una forte componente coreografica e spettacolare, l’attenzione torna finalmente anche sui soldati impegnati a combattere, col risultato di avere un’esperienza di gioco più intima, se vogliamo, che non si limita soltanto a farci sparare a dei nemici controllati dall’intelligenza artificiale.

 

Il giocatore verrà calato in una grande varietà di situazioni differenti che lo metteranno sempre a dura prova - Call of Duty: Modern Warfare 3

Battlefield 3

 

La saga di Battlefield si è sempre sviluppata principalmente attorno al multiplayer. Questo è un dato di fatto che nessuno può smentire, ma al tempo stesso è vero che, nel corso della campagna pubblicitaria di Battlefield 3, Electronic Arts e i ragazzi di DICE hanno più volte sottolineato quanto questa volta anche la campagna si sarebbe rivelata memorabile, grazie all’uso del Frostbite 2 e alla consulenza di McNab per la realizzazione di situazioni belliche credibili e verosimili.

L’attenzione ai dettagli, in effetti, è piuttosto alta, ma al tempo stesso è inevitabile non provare un forte senso di disappunto a causa di una serie di leggerezze che non ci saremmo aspettati di trovare in un progetto di questa portata. Dopo anni di perfezionamento, infatti, gli fps erano finalmente riusciti a trovare un equilibrio perfetto fra l’uso massiccio deglielementi scriptati e la capacità di integrare queste sequenze altamente cinematografiche all’interno del gameplay, senza far provare al giocatore la sensazione di trovarsi su dei poco romantici binari.

Nella campagna di Battlefield 3 tutti i passi avanti degli ultimi anni sembrano essere stati cancellati con un colpo di spugna, tanto che in più di un’occasione ci si ritrova bloccati in una posizione finché non si esegue un’azione specifica, spesso segnalata su schermo attraverso indicatori poco eleganti e tutt’altro che discreti. Tutto questo, ovviamente, demolisce la sensazione di immersione che la campagna single player dovrebbe garantire, con sommo disappunto da parte dell’utente finale.

 


Call Of Duty Black Ops

Raggiunto, con Modern Warfare 2, il massimo risultato commerciale con il minimo sforzo “innovativo”, Activision ha chiesto espressamente a Treyarch di rallegrare il Natale e, successivamente, il 2011 videoludico degli amanti degli sparatutto in prima persona ridando slancio alla saga di Call of Duty con Black Ops, cercando al contempo di far dimenticare al più presto la ben nota emorraggia di sviluppatori che ha animato in questi ultimi mesi la sussidiaria californiana diInfinity Ward e che ha contribuito, tra le altre cose, a destabilizzare un ambiente già di per sè elettrico per la rinnovata sfida lanciata a distanza dai concorrenti di Electronic Arts con il loro Medal of Honor.

Senza però addentrarci in futili analisi economiche sulle cause e sulle possibili conseguenze che un tale terremoto potrebbe avere in futuro sulla serie di Call of Duty, torniamo ad occuparci degli aspetti squisitamente “ludici” di Black Ops e, prima di offrirvene una recensione dettagliata, ci limitiamo a sottolineare che per un curioso e simpatico gioco delle parti, mentre gli sviluppatori di Danger Close e DICE hanno deciso di attualizzare il loro titolo slegandolo per la prima volta dalla riproposizione storica delle battaglie simbolo della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, con la loro ultima creatura videoludica i ragazzi di Treyarch hanno preferito proiettarci a decenni di distanza dalle ambientazioni conosciute con i due precedenti episodi di Modern Warfare. Con che risultati? Scopriamolo insieme sviscerandone la versione per PC e console ad alta definizione.

Call of Duty: Black Ops - galleria immagini

Se il corpo singleplayer di Black Ops rimane grossomodo identico (nella rappresentazione e nella frenesia martellante delle battaglie) a quello osservato negli anni passati con i precedenti capitoli della serie, l’anima multigiocatore dell’ultima creatura videoludica di Treyarch si stacca prepotentemente dal passato per svecchiarsi attraverso una rimodulazione totale delle opzioni proposte e, in egual misura, del sistema di crescita e personalizzazione del proprio alter-ego. Il numero di novità introdotte è davvero incalcolabile, prova ne sia il senso di confusione e smarrimento iniziale a cui andrà incontro anche il giocatore più esperto all’interno del menù contestuale del multiplayer competitivo, a cominciare dalla nuova gestione del proprio personaggio.

Nonostante il sistema di punteggio deputato alla crescita per gradi militari sia rimasto praticamente inalterato rispetto a quello conosciuto dai tempi di Call of Duty 4, i saggi sviluppatori della sussidiaria americana di Activision hanno deciso di arricchirlo in profondità aggiungendo in parallelo i “punti COD”, grazie ai quali potremo acquistare accessori per le nostre armi, killstreak e perk in piena libertà, senza quindi passare quindi per il tedioso raggiungimento di gradi o, peggio ancora, di Sfide specifiche (queste ultime non sono state abolite ma semplicemente riviste in Contratti, ossia in obiettivi a tempo da acquistare a propria discrezione e da portare a compimento per ricevere una piccola ricompensa in denaro ed esperienza)

Call of Duty: Black Ops - galleria immagini

Sempre legate all’introduzione dei punti COD troviamo altre due grandi novità relative al multiplayer di Black Ops, vale a dire le gare a Scommessa e la customizzazione estetica del soldato che andremo ad impersonare nei campi di battaglia allestiti in Rete da Activision. Come suggerisce il nome, in modalità “Scommessa” possiamo puntare una quantità variabile di punti COD sulla nostra vittoria, o comunque su un nostro piazzamento tra le prime posizioni, in battaglie multiplayer dal taglio squisitamente arcade: se nelle partite “One in the Chamber” tutti i giocatori possono disporre solo di tre rigenerazioni, del coltello e di una pistola caricata con un singolo proiettile e in “Sticks and Stones” le uniche armi equipaggiate sono il coltello, una balestra e dei tomahawk, in “Gun Game” tutti i partecipanti iniziano la partita con una pistola migliorando istantaneamente il proprio equipaggiamento in base alla serie di uccisioni, fino ad arrivare alle partite “Sharpshooter” in cui il set di armi è identico per tutti e cambia ad intervalli regolari per variare l’azione.

Non meno importante risulta poi essere il ricco ventaglio di opzioni messeci a disposizione per migliorare non solo l’armamentario e i potenziamenti aggiuntivi del nostro personaggio, ma anche il suo aspetto estetico, il colore degli accessori montati dalle sue armi e, soprattutto, la “Carta Giocatore” che lo contraddistingue agli occhi della comunità (quest’ultima, personalizzabile liberamente tramite un infinito set di figure orientabili e ridimensionabili per dare vita praticamente a qualsiasi forma voluta). A ulteriore riprova dell’incredibile sforzo profuso da Treyarch per plasmare una modalità online tutta nuova rispetto a quella delle precedenti iterazioni della saga, troviamo poi una modalità Nazi Zombie completamente rivista per esaltare l’azione cooperativa (sia online a 4 che in split-screen locale a 2) e, soprattutto, quel vastissimo insieme di dati raccolti partita per partita nel menù “Community”, dal quale possiamo condividere immagini o video di gioco e dove possiamo persino raffinare le nostre strategie con delle “heatmap” già apprezzate dagli utenti degli ultimi capitoli next-gen di Halo.

 

 

e la fantastica modalità zombie

PES 2012 O FIFA 2012?

                                      

Oramai è un classico: per noi videogiocatori, nonché amanti del gioco del calcio, la stagione non ha inizio se non si consumano quei consolidati appuntamenti autunnali, ossia le uscita di PES e di FIFA. Due modi di vedere questo sport pad alla mano, due approcci totalmente diversi alla materia, che hanno diviso critica e pubblico soprattutto negli ultimi anni. Anni in cui, per la prima volta dopo almeno un decennio, l’indiscussa supremazia del titolo targato Konami è stata seriamente messa in discussione. Anzi, osiamo di più: è stata letteralmente spazzata via.

Non rileva, ai fini della nostra considerazione, che ancora tanta, ma davvero tanta gente, continui a preferire PES al titolo EA Sports. Le motivazioni, oltre che valide, andrebbero vagliate ed esposte con una dovizia di particolari che sfiorerebbe la divulgazione scientifica. Ma il calcio, si sa, è fatto di sensazioni, emozioni, sussulti. Stesso dicasi per un titolo di pallone, che riporta in piccolo “gioie e dolori” di ogni appassionato che vive anche di risultati alla domenica di campionato o al mercoledì di coppa (un tempo si diceva così, quando non si giocava così tanto).

Cosa aspettarsi, dunque, da una nuova iterazione che cade puntualmente ogni dodici mesi? Oggi, ad aggiungere un bel po’ di pepe all’attesa, c’è questo tremendo confronto che sistematicamente si ripropone. Quale dei due titoli avrà fatto un passo in avanti o uno indietro quest’anno? Tutte domande lecite, a cui però cercheremo di dare solo una parzialerisposta. Parziale anzitutto perché in questa sede prenderemo in esame solo uno dei due titoli in questione; FIFA 12, per l’appunto. E poi perché, come spesso accade, certi giochi danno il meglio (o il peggio) di sé alla lunga.

Quella di recensire un gioco come FIFA 12 è un’ardua impresa, senza se e senza ma. Lo è ogni anno, è chiaro, ma lasciatecelo dire un’ultima volta prima di Euro 2012 o di FIFA 13. Il leit motiv di quest’annata, senza remore di smentita, risiede indubbiamente nell’introduzione della difesa tattica, elemento che ha permesso al gioco di raggiungere un grado di profondità inaspettato.

Quando ci dedichiamo ad un gioco di calcio non ci chiediamo, in nessun’occasione, cos’altro si possa fare per migliorarlo. Simili considerazioni denotano una percezione di questo settore quantomeno monca, se non del tutto errata. Ma è vero che, allo stato attuale, nessun amante di questo sport - e dei giochi su questo sport - può ambire a qualcosa di meglio. Non sarà calcio, probabilmente è così, ma FIFA 12 è la cosa che più ci si avvicina.

Non è una singola componente a dircelo, ma il profumo e le sensazioni che emana. Entrare in simbiosi con questa filosofia di approccio ad un gioco di pallone è un processo che richiede pazienza e dedizione. Ma, come sempre, una maggiore complessità è indice di maggiore profondità. In soldoni, questo significa che tutto ciò che questa nuova iterazione vi richiede in termini di apprendimento, è lì pronta a restituirvelo con gli interessi in termini di divertimento.

Arrigo Sacchi ebbe a dire, parlando della finale di Coppa Intercontinentale del 1989, che quell’incontro non fu per nulla bello, bensì fu una partita per tattici. Ecco, è stato ripensando a questa frase e a quel Milan-Atletico Nacional che abbiamo compreso con più chiarezza la portata di questo gioco. La bellezza qui non sta nella spettacolarità o in tutte quelle cose sensazionali, che fanno gridare al miracolo. E’ quando ti accorgi di esserti esaltato semplicemente perché, una volta su cento, sei riuscito a mandare il tuo giocatore al cross con tre semplici passaggi. Allora lì ti si è appena aperto un mondo.

In conclusione, per un titolo che aspira ad essere la simulazione definitiva del proprio tempo, non essere alla portata di tutti è un rischio che bisogna decisamente correre. Anche solo per questo, FIFA 12 merita senza dubbio alcuno la nostra approvazione.

 


Pro Evolution Soccer 2012 (PES 2012) è la nuova simulazione di calcio creata da Konami per il campionato 2011/2012.
L'evoluzione dell'IA ha reso ancora più realistica la simulazione, tanto da far sentire come se fossi sul campo da calcio. Il gioco di squadra è stato arricchito con le funzionalità di "Corsa diagonale" e "Sovrapposizione". La prima consente a un'attaccante di correre in diagonale verso la porta per ricevere un passaggio; la seconda consiste nel far eseguire uno scatto al terzino quando intravede la possibilità di un attacco laterale.
I Controlli sono stati migliorati in modo decisivo e sostanziale, per quanto riguarda l'interazione con i compagni di squadra ci sono due impostazioni: "Assistito", che fa correre il compagno di squadra in linea retta verso la porta avversaria; e Manuale, che ti consente di decidere in che direzione corre il tuo compagno di squadra. 
La grafica migliorata è un altro componente fondamentale che ti fa sentire come se stessi giocando veramente a calcio. Pro Evolution Soccer 2012 si concentra ancora di più sui miglioramenti alla già fantastica grafica della serie.
L'aumentato realismo dell'attacco e della difesa uno contro uno dà vita a scontri corporei fra avversari. La posizione del corpo nel momento dell'impatto e i movimenti durante la caduta sul campo sono raffigurati in maniera realistica. La rappresentazione grafica dei contatti durante le battaglie aeree e delle altre azioni di gioco maschio è migliore che mai.

 

Dawn of war soulstorm il miglior gioco di strategia per pc in assoluto



Così come la precedente espansione, Soulstorm nasce come add-onstand alone, ciò significa che non sarà necessario avere il gioco base per poterla installare (e giocare), al solo prezzo di poter utilizzare tutte e nove le razze di gioco solo durante lo svolgimento della nuova campagna da affrontare in modalità singolo giocatore e non durante le partite in multiplayer. A questo proposito è bene dire, inoltre, che seppure esista una parvenza di tutorial atto a descrivere tutti i principali aspetti di gioco, la difficoltà media e la struttura stessa dei nuovi scenari appaiono da subito pensati e ideati per i veterani della serie.

Inoltre, installando Soulstorm assieme a tutti gli altri tasselli della serie ci si ritroverà davanti a un vero e proprio kolossal degli RTS. 
Soulstorm mette sul tavolo una nuova campagna, due nuove razzi giocabili e, per la prima volta nella storia del franchise, l'introduzione dei veicoli aerei (uno diverso per ogni razza). Per par-condicio i ragazzi di Iron Lore, sotto la supervisione di Relic, hanno pensato bene d'introdurre un razza per fazione: la Sorellanza e gli Eldar Oscuri. 
Utilizzando le prime, ci si ritroverà a comandare una versione alternativa degli Space Marine, con una serie di ragazze assetate di sangue e giustizia in grado di sfruttare la Fede infusa tra le proprie fila per praticare miracoli. Gli Eldar Oscuri invece, si accontenteranno delle anime dei nemici caduti per dare vita a potenti e oscuri artefizi e maledizioni. 
Tutte queste aggiunte, a conti fatti non riescono però a cambiare a radicalmente lo stile di gioco dei precedenti capitoli, anzi. Gli stessi veicoli volanti si riducono ad essere delle semplici unità aggiuntive in grado di attraversare ogni tipo di terreno e poco altro senza l'introduzione di alcun valore strategico aggiunto.



Lo svolgimento della campagna ruota attorno al sistema Kaurava e alla necessità da parte di ognuna delle nove razze di conquistarlo per poter quindi scoprire le cause che hanno dato luce a una potente anomalia spazio-temporale. Proprio come in Dark Crusade, Soulstorm abbandona lo svolgimento di una campagna lineare e raccontata attraverso diverse cutscene del titolo base (e vista la realizzazione tecnica dell'introduzione, vi assicuriamo che non ci siamo persi molto) per abbracciare il concetto di meta-campagna. Da certi punti di vista si ritorna quindi alle radici del genere e, proprio come in Dune II di Westwood, il giocatore si ritroverà davanti a una mappa con diverse regioni da conquistare. Ad ogni regione corrisponde una battaglia per il controllo della suddetta e, in caso di successo, la conquista di nuovi punti requisizione spendibili per l'acquisto di costruzioni o per assoldare speciali unità di elite. 
L'utilizzo di questa modalità sembra accentuare la volontà degli sviluppatori di plasmare il gioco più per i veri appassionati hardcore della serie - e del genere degli RTS - che non per i giocatori occasionali. 
Dal punto di vista tecnico il titolo non riesce certo a strabiliare: il motore grafico è chiaramente ancora quello originale senza nessuna particolare evoluzione, eppure anche se siamo distanti dall'impatto scenografico offerto da titoli come Company of Heroes - tanto per rimanere in casa Relic - audio, grafica e sopratutto qualità delle animazioni riescono comunque a ricreare sui nostri schermi quel senso truce e gore che da sempre caratterizza l'impronta stilistica della saga di Warhammer 40,000. Considerando i quasi quattro anni sulle spalle, è comunque un ottimo risultato.

 

Delle tre espansioni uscite per Dawn of War, Soulstorm è forse la meno riuscita. Non tanto per sue colpe, quanto per il fatto che non riesce a rinnovare e introdurre nuovi elementi nella stessa misura dei suoi predecessori. Nonostante questo, tutti i cultori del genere, della serie e di Warhammer 40.000 in generale avranno modo di trovare pane per i propri denti, tanto in single player che in multiplayer, per molte, molte ore. Per tutti gli altri, nonostante la natura stand-alone di questa espansione, consigliamo di cominciare prima con i titoli principali.
Non è un finale col botto, ma comunque una degna conclusione. 

Pro

  • Due nuove razze e l'introduzione delle unità aeree
  • Una nuova campagna giocabile con 9 razze diverse
  • Meccaniche di gioco raffinate e consolidate

Contro

  • Nonostante tutto lo stile di gioco è rimasto praticamente inalterato
  • La campagna single player potrà risultare monotona ai più

South Park il gioco nel 2012

South Park: nel 2012 il gioco ufficiale

South Park, il celebre cartone animato che vede come protagonisti quattro insoliti studenti delle elementari, Kenny, Cartman, Stan e Kyle,  è stato oggetto di numerose trasposizioni videoludiche:da titoli di corse a giochi in flash, avventure e giochi vari, tutti rigorosamente nello spirito satirico, fatto di parodie dell’attualità e dai toni un pò dark, che contrassegna la serie.

Giunta oramai alla sua quindicesima stagione, e rinnovato sino alla ventesima, finalmente sarà protagonista di un videogioco ufficiale in quanto, per la prima volta, i suoi due creatori, Trey Parker e Matt Stone saranno parte attiva della creazione del titolo: dalla stesura di dialoghi e sceneggiatura, agli asset e texture da utilizzare. Il progetto in questione, in sviluppo presso gli studi di Obsidian Entertainment e THQ, uscirà verso metà del 2012, per Playstation 3 e Xbox 360: stando alle prime indiscrezioni dovrebbe utilizzare lo stesso motore di Dungeon Siege III.

Si tratterà di un RPG in cui dovremo noi stessi, aiutati da Cartman, creare il nostro personaggio: è stata proprio la volontà degli autori quella di non utilizzare uno dei protagonisti della serie, ma un bambino ex novo, da noi ideato, che, appena arrivato in città avrà il compito, oltre che di integrarsi a South Park, conoscendo gli altri suoi compagni e strambi concittadini. Ma non solo: nei panni del nuovo personaggio (che proprio per volere degli autori della serie non parlerà) avremo tutta una serie di missioni da compiere.

E qui risiedono tutte le caratteristiche di un gioco di ruolo: dai punti esperienza alle diverse classi che potremo scegliere (mago, paladino, avventuriero, ladro e una quinta a sorpresa), al sistema di combattimento (che secondo le prime indiscrezioni dovrebbe essere molto simile a quello visto in Paper Mario). Costante la presenza della bibita che ci farà, in questo caso, ripristinare punti salute.

Ora non ci resta che attendere nuove informazioni in merito, nella speranza che da un ottimo cartoon esca anche un ottimo videogioco.

 

HALO 4

La saga di Halo raggiunge il suo massimo splendore e la sua drammaticità con Halo 3 ma per fortuna di tutti i giocatori non finirà con il terzo capitolo, Halo 4 è in fase di progettazione e anche se ci sono ancora molte ombre su questo titolo, il giocatore potrà essere felice che una delle saghe più amate da tutti avrà un nuovo emozionante episodio. Halo 4 sarà il primo titolo di una nuova trilogia che prenderà il nome di "Reclaimer Trilogy", questa nuova serie, secondo quello dichiarato dai nuovi sviluppatori si svilupperà nell'arco di un decennio.

Frank O'Connor, responsabile storico della serie Halo, alla guida del progetto Halo 4 dopo il passaggio di mano da Bungie a 343 Industries, ha affermato che il nuovo capitolo dovrà essere diverso sotto vari aspetti, ma che tali cambiamenti dovranno essere attentamente bilanciati.

 

Senza svelare praticamente nulla di specifico, O'Connor ha fatto sapere che ovviamente l'obiettivo è creare un capitolo fantastico ma che il rischio di introdurre innovazioni sarà amplificato dal passaggio di testimone a 343 Industries. Il game designer sa che ogni minima variazione nel gameplay classico verrà minuziosamente osservata e potenzialmente criticata dal pubblico storico, proprio a causa del cambiamento attuato alla guida della serie.

 

"Non possiamo semplicemente rigurgitare la medesima esperienza", ha riferito in maniera colorita O'Connor, il team si è dovuto applicare con attenzione doppia nell'introduzione di nuovi elementi e il risultato è notevole, uno stile leggermente diverso arricchito dal cambio di gestione, sebbene in verità ci sia una grande quantità di sviluppatori ex-Bungie all'interno di 343. Peraltro, O'Connor non è rimasto insensibile al grande successo di Call of Duty, affermando che "ci sono molte cosa che COD fa veramente bene e che noi dovevamo fare meglio", cose che probabilmente ritroveremo in questo Halo 4.

Sotto il trailer dell'E3 2011,buona visione!

 

Fifa street 4

FIFA Street 4

Nel corso della conferenza Gamescom appena conclusasi, EA ha annunciato FIFA Street 4, nuovo capitolo di una serie dedicata al calcio di strada. Ecco il commento di Matt Bilbey, Vice Presidente EA SPORTS:

 

Questa è la prima volta il nostro pluripremiato team di sviluppo di FIFA sta creando un gioco di calcio di strada e abbiamo intenzione di offrire un livello di autenticità mai visto prima in questo genere, insieme ad un gameplay straordinario. FIFA Street si rivolge a nuovi fans che cercano un’esperienza unica, calcio divertente, e fan di lunga data FIFA alla ricerca di un’autentica esperienza di calcio di strada con il livello di qualità che garantisce da anni il franchise FIFA.

Gli sviluppatori promettono un motore grafico totalmente rinnovato, con repertorio di mosse e finte aggiornato ed ampliato. Potremo così giocare al meglio con e contro le stelle dei club di calcio più popolari e competere in più di 35 sedi in tutto il mondo. Previste modalità 1vs1 e 5vs5.

L’uscita di FIFA Street 4 è fissata genericamente per i primi mesi del 2012, in versione PS3 e Xbox 360. Ecco il trailer che accompagna l’annuncio.

 

 

Assassin's creed Embers

COMMENTO

Assassin's creed Embers è un cortometraggio in 3d ,che racconta le ultime vicende di Ezio Auditore prima di morire,molto commovente a mio parere ,perchè cosi finisce la storia di un mito della saga di assassin's creed ,solo i fan potranno capire a fondo il significato del cortometraggio, e infine da anche dispiacere perchè dopo aver visto ezio nascere avere 18 anni crescere e morire fa ripensare molto sulla saga! grande Ezio Auditore,anche se è un personaggio inventato ci ha imparato molte cose.

TRAMA

Dopo il ritorno da Costantinopoli, l'assassino Rinascimentale Ezio Auditore è ormai anziano e vive a Firenze con la moglie, Sofia Sartor e i suoi due figli Flavia e Marcello. Purtroppo per lui la sua avventura non è finita. Lui teme che qualcuno lo stia venendo a cercare, molto probabilmente dei Templari, e quindi pensa che la sua nuova famiglia possa essere in pericolo. Infatti nella sua dimora si presenterà un'assassina proveniente dalla Cina che vuole aiuto e consigli dal Mentore e rimasta soddisfatta andrà via. Un giorno Ezio accompagna la moglie e la figlia in città a fare spese ed Ezio capisce che la sua ora è arrivata e la sua vita si è spenta mentre guardava sorridendo la famiglia. La fine di una leggenda.

trailer.

 

WWE'12: il migliore titolo di wrestling

Per i tanti appassionati di Wrestling che anno dopo anno aumentano di numero in lungo e largo per tutto lo stivale, novembre significa solitamente l'uscita del titolo dedicato allo sport entertaiment più seguito al mondo. Dopo diversi anni in cui la serie principale, Smackdown Vs. Raw, sembrava aver esaurito la spinta innovativa proponendo titoli fotocopia e a basso contenuto emozionale, i fan avevo iniziato a chidere quelle novità tanto aspettate ma puntualmente disattese. Pur non cambiando gli sviluppatori storici del brand WWE, i ragazzi di Yuke's, THQ ha deciso quest'anno di prendere la situazione di petto, effettuando quello che in gergo viene chiamato reboot. Via Smackdown Vs. Raw quindi, a favore di un nome più semplice ma al tempo stesso diretto ed efficace, a significare proprio la strada intrapresa dagli sviluppatori: WWE'12.Tante le novità di questo nuovo capitolo, troviamo quella “predator” technology che, a detta degli sviluppatori, avrebbe rivoluzionato in toto il gameplay del titolo. Messa duramente alla prova, abbiamo notato con piacere come effettivamente questa nuova tecnologia riesca a restituire agli occhi del giocatore una sensazione alquanto realistica dello svolgimento del match. I movimenti sul ring sono ora molto più fluidi, con prese e controprese che ben si amalgamano tra di loro rilasciando una certa armonia nell'interazione dei contendenti sul quadrato.

 

Maggiore importanza inoltre è stata data, come prevedibile, anche alla stamina e a diversi momenti psicologici che ogni wrestler attraversa durante il match. Se ad esempio durante un incontro riusciremo a mettere concatenare un discreto numero di manovre e contro prese avremo più chance di portare a casa l'incontro attraverso l'iconica mossa finale specifica per ogni personaggio. Questa nuova componente, a tratti psicologica, influisce ovviamente anche su altri elementi come le prese. A differenza degli anni passati, sono state completamente eliminate le prese leggere o pesanti, a favore di una meccanica che tiene conto di diversi fattori come la lucidità mentale, la salute del lottatore e la posizione che viene occupata sul ring.Ovviamente, come lecito aspettarsi da una tecnologia ancora acerba, qualche problema è ancora presente come una compenetrazione che ancora non manca di farsi saltuariamente notare o una leggere presenza di pop up che tuttavia non influisce in maniera concreta e fastidiosa sulla disputa.

Unica grossa pecca che purtroppo abbiamo notato e che stona, forse fin troppo, con la nuova strada “simulativa” intrapresa dalla serie è la totale mancanza di rapporto di pesi tra i diversi lottatori. Vedere Rey Mysterio effettuare mosse come Suplex o simili su lottatori come Ezekiel Jackson o altri super man è francamente troppo irrealistico, anche per un mondo come quello della WWE che ha basato tutta la sua fortuna su colpi di scena e situazioni molto "sceneggiate".

Sotto la videorecensione di   Everyeyenetwork

 

Kinect Sports Season 2!

Ovunque ci sia un sensore di movimento, provvisto o meno di accessori con cui giocare davanti ad un televisore, potete essere sicuri che esisterà anche una compilation dedicata a sport più o meno famosi. Tutto ha avuto inizio con Wii Sports ed è proseguito con Sports Champions per Move e Kinect Sports.

Che cosa si può dire quindi della ventesima raccolta di questo genere senza scadere nello scontato o nel banale? Ancora più difficile, secondo me, è stata però la missione degli sviluppatori: riuscire a convincere il pubblico ad acquistare un prodotto del genere in un periodo così denso di uscite, è un'impresa davvero pazzesca.

Se dietro a un gioco simile c'è però una compagnia che si chiama Rare allora tutto è possibile. Per questa seconda stagione, in verità, gli sviluppatori di Viva Pinata si sono avvalsi della collaborazione di un altro team, BigPark, già responsabili in passato del discreto Kinect Joy Ride.

 

Il golf, insieme al tennis, si conferma ancora una volta come lo sport più indicato per questo tipo di compilation.

All'interno di Kinect Sports: Stagione 2 trovate sei discipline diverse, quattro delle quali ricadono guarda caso nella categoria dei miei sport/giochi preferiti: tennis, baseball, golf, sci, freccette e football americano. I primi tre sono vecchie conoscenze per chi ama questo genere di giochi, mentre gli altri sono sicuramente meno usuali.

La cosa che distingue veramente questo gioco dalla maggior parte dei titoli concorrenti però è che tutte queste discipline non sono state messe al suo interno come semplice riempitivo, ma sono addirittura legate da una sorta di modalità Carriera. Niente di particolarmente complesso, sia chiaro, il tutto si riduce a un incremento della difficoltà dei giochi man mano che si portano a termine le sfide e a un numero di fan che cresce o cala in base ai risultati ottenuti.

Come quasi sempre accade in questi casi, gli sport meglio riusciti sono anche quelli che in passato hanno avuto più uscite e in questo senso il golf emerge su tutti gli altri con una discreta varietà di buche e situazioni proposte. Certo, non siamo ai livelli di un Tiger Woods PGA, ma nessuno pretendeva dal titolo Rare una simulazione pura.

Lo stesso discorso vale per il baseball, che al di là della possibilità di lanciare palle veloci o curve non offre ovviamente la varietà dello sport reale. Di solito questa disciplina risulta piuttosto ostica soprattutto per il pubblico europeo, ma la semplificazione delle sue meccaniche la rende comunque divertente da giocare.

 

Il potenziale divertimento ricavato dalle freccette poteva essere nettamente superiore... peccato per qualche problema di precisione.

Lo sci è a dir poco basilare e richiede unicamente lo spostamento per centrare le porte con il nostro alter ego virtuale su schermo. Anche il tennis non propone chissà quali sofisticatezze ma rispetto a quello fin troppo semplice visto in Wii Sports, almeno richiede un po' più di movimento per raggiungere la palla e offre anche la possibilità di imprimere effetti abbastanza marcati alle palline.

Le freccette sono lo sport più sedentario in assoluto tra quelli proposti in questa compilation e sicuramente anche quello più difficile da padroneggiare. Si controlla una specie di reticolo che imprime potenza e direzione ai colpi ma in alcuni casi il rilevamento dei movimenti sembra perdere qualche colpo, il che non va certo a vantaggio della precisione.

Il football americano, infine, è un po' l'oggetto misterioso del pacchetto, visto che non fornisce la possibilità di disputare una vera partita. Si gioca sempre in attacco e sempre nel ruolo di quarterback, con la possibilità di scegliere tra una scarsa varietà di schermi. Si può iniziare l'azione sia gesticolando che impartendo gli ordini vocalmente, ma quest'ultima opzione risulta a dir poco imprecisa e quindi decisamente sconsigliata.

La disciplina in questione, purtroppo, è la più debole delle sei a causa di una ripetitività di fondo che si fa sentire quasi subito. Le opzioni a disposizione sono pressoché nulle: si lancia o si corre e non esiste fase difensiva.Uun vero peccato, perché con un po' di fantasia in più e degli sforzi da parte del team, questo poteva davvero essere il fiore all'occhiello della compilation.

Alla luce di tutto questo, la qualità complessiva di questa Stagione 2 è più o meno paragonabile a quella precedente, nonostante gli sforzi fatti per aggiungere un po' di polpa in più. Non tutte le discipline proposte funzionano al meglio e non tutte sono divertenti come dovrebbero, ma se avete ancora voglia di dimenarvi davanti al televisore, magari insieme agli amici, Kinect Sports: Stagione 2 potrebbe essere una delle scelte migliori di quest'anno.

 

Vietcong 2 Pc

Il filone degli sparatutto a base di guerra & pace sembra destinato a non esaurirsi. Mentre cresce spasmodica l'attesa per Call of Duty 2, aspirante al trono di miglior gioco di guerra dell'anno, e mentre Fratelli in Armi lo incalza da vicino, i signori della Pterodon hanno pensato bene di sfruttare un altro famigerato conflitto : quello del Vietnam. Che gli Stati Uniti non abbiamo fatto bella figura, sotto nessun aspetto di quella triste – e per alcuni, inutile – guerra, è cosa nota. Noi di GameSurf non vogliamo assurgere a giudici, pertanto ci dedicheremo solamente all'opera ludica; un'opera che, lo diciamo subito, non ci ha convinto pienamente.
Due anni e mezzo fa, il primo capitolo della saga vietnamita, recensita per voi sempre da chi vi scrive ora, ci stupì con una carica adrenalinica non indifferente e con una veste grafica che, per l'epoca, poteva dirsi, se non fuori dall'ordinario, quanto meno diversi gradini sopra la media.

Oggi, Vietcong 2, ci porta dove il suo illustre predecessore ci aveva lasciato, ovvero alla data esatta del trenta gennaio 1968, in quegli infausti giorni che precedettero, vissero e seguirono quella che è passata alla storia come “L'offensiva del TET”.

Il titolo in esame, pur vantando una buona sezione multigiocatore (di cui parleremo però più avanti), poggia le sue fondamenta sul fronte in single player. Nella fattispecie, saremo chiamati a vestire i panni mimetici del capitano Daniel Boone della USA Army, assegnato al MACV. Questo acronimo sta per “Military Assistance Command, Vietnam”, una squad-force vista in tanti film; e, proprio come in un film, il gioco inizia con un flashback a base di scontri nella giungla, morti e feriti, per poi farci vedere il nostro soldatino a letto con una prostituta vietnamita bella come un Natale senza regali e con una curiosa peculiarità : tutte le donne che incontreremo nel corso dei nostri match saranno identiche a lei. Misteri del Vietnam...anzi, di Vietcong.

A differenza delle curatissime location che riproducevano una giungla vietnamita, viste nel primo capitolo, questo V2 ci porta a combattere per le strade di Pechino...pardon, di Hue, lontani dagli alberi e dal fitto della foresta, in favore di vicoli, palazzi e scantinati. Solo verso la fine ci appropinqueremo ad invadere un villaggio nel cuore della boscaglia...ed ecco la sorpresa : Vietcong 2 “finisce”, almeno per quello che riguarda la campagna USA, ed inizia quella “Vietnamita”, nei panni di un Vietcong con tanto di piccola squadra gialla al seguito. Sfortunatamente, più che una vera campagna alternativa, sembra più un robusto Add-On, brevissimo, se paragonato alla storyline della sezione americana.

Vietcong 2 si presenta in una scatola lussuosa, corredata da un buon manuale nella nostra lingua. Anche i menù di gioco ed i sottotitoli saranno in Italiano, mentre il parlato, peraltro poco influente e assolutamente da dimenticare, è rimasto in lingua originale.
Dopo aver settato i consueti parametri, assisteremo al già citato flashback, prima di cominciare a vestire i panni del bravo capitano; il primo livello funge essenzialmente da tutorial, per farci prendere confidenza con i comandi e le possibilità del nostro alter-ego. Ben presto, nel pieno di un ricevimento, inizieranno i guai, con la V maiuscola : un assalto di tanti piccoli Vietcong, infatti, farà saltare in aria il palazzo dove ci troviamo e, da quel momento in poi, sarà una gara contro la morte.
Tutto bello...almeno sulla carta. Sfortunatamente, ci troviamo di fronte ad titolo che appare superato, sia tecnicamente, sia sul fronte del gameplay. 

V2, purtroppo, anche se è riuscito a rinnovarsi parzialmente, offrendo la possibilità di giocare in modalità cooperativa, o di vivere il Vietnam dal punto di vista degli indigeni, ha fatto qualche passo indietro sul fronte della giocabilità, costringendoci virtualmente a percorrere dei tunnel virtuali e ammazzare tutti quelli che si parano sul nostro cammino, con buona pace della noia che presto fa capolino. 
I nostri avversari contribuiranno non poco al sonno incipiente che pervade l'avventura : grazie ad una IA degna di ombrello rotto, i “Charlie” presenti nel gioco riusciranno a mancarci anche da due centimetri, sventagliando l'aria con le loro mitragliette, ma senza imbroccare un solo colpo. Per non parlare poi dei nostri compagni di squadra (quando li abbiamo) : è vero che in linea di massima si comportano bene, ma non sarà infrequente vederli piazzati direttamente sulla nostra linea di tiro.

Compensa un po' la scarsa difficoltà di gioco, il fatto che il nostro buon Daniel è gracile come un pulcino e bastano pochissimi colpi per stenderlo in via definitiva...costringendoci a ripartire dall'ultimo, lontanissimo checkpoint. Si, perché in V2, salvare a piacimento è possibile tanto quanto il volare senza ali.
Sul fronte puramente tecnico, il titolo Pterodon è rimasto, tecnologicamente parlando, “al palo”, con un motore grafico che soffre di un sacco di problemucci : pesante, senza grossi effetti speciali e con fenomeni di clipping a tutto andare. Lontano dagli standard a cui siamo abituati, rimane anche un gradino sotto rispetto al predecessore.
Ottime invece le musiche, rullanti, mai invasive, a tratti epiche, sempre evocative.
Buono anche il supporto per il multigiocatore, con le classiche modalità disponibili in LAN o sulla grande rete, oltre alla già citata modalità co-op.

 

Per chi vuole giocare in un clan ancora attivo ci sta questo qua:http://clansok.forumfree.it/

XBOX 720?

 

Dopo gli svariati, e spesso più che fantascientifici, concept apparsi nei mesi passati ecco arrivarne uno più credibile per la nuova Xbox. Ma Joseph Dumary appare fin troppo ottimistico confezionando una macchina più piccola dell'Xbox 360 Slim capace però di includere 2 TB di Hard Disk, 8 core e una versione integrata del Kinect capace anche di leggere chip "a vista". L'"Xbox Prestige" non avrebbe infatti lettori di sorta ma sarebbe completamente digitale consentendo di acquistare titoli sia online sia nei negozi. In una eventuale collector non ci sarebbe ovviamente il disco di gioco ma una "card" dotata di chip che attiverebbe la possibilità di scaricare un titolo o di giocarlo in streaming attraverso una versione avanzata della Microsoft Xbox Cloud. 


Il miracoloso aggeggio sarebbe tra l'altro 20 volte più potente della 360 e quindi due volte più potente di un PC di fascia alta odierno. Ma non è questo a renderlo poco credibile quanto la mancanza di lettori fisici. Come annunciato più volte dalle stesse compagnie l'addio al supporto fisico è ancora lontano. Troppe zone del mondo non consentono streaming o dowload adeguati e il possesso di un titolo in forma fisica chiama in causa i concetti di proprietà, accordo e libreria. Elementi che sono e probabilmente resteranno importanti anche per chi è già abituato a usare i canali digitali.

 

The Elder Scrolls V:Skyrim

The Elder Scrolls V: Skyrim è il nuovo capitolo della serie di RPG di Bethesda, ambientato 200 anni dopo Oblivion nella regione di Skyrim, patria dei Nord. Nella regione di Skyrim, a Nord della città imperiale. Nei panni del "Dovahkiin", ultimo discendente rimasto della dinastia imperiale che porta nelle sue vene il Sangue di Drago, verremo addestrati dall'ultimo maestro delle Blades.

 

I draghi sono ritornati, esattamente come la profezia aveva sentenziato. Il nostro personaggio dovrà provare a fermare il potente Dio dei Draghi. Impersoneremo un Draconico, un cacciatore di Draghi. Inoltre in tutto il territorio imperversa una sanguinosa guerra civile, dopo la morte del re... Il gioco avrà un nuovo motore grafico con la modalità in terza persona completamente rivista, e un sistema di combattimento più dinamico e tattico dove si potrà assegnare ad ogni mano un'arma, uno strumento o una magia. Saranno presenti 5 città immense, alcune ambientate in location particolari, come in una grotta.

 

Assassin's creed Revelations

In linea con gli altri titoli che lo hanno preceduto, anche Assassin's Creed Revelations presenterà delle novità importanti in termini di gameplay, ma queste saranno introdotte senza snaturare troppo lo stile che da anni contraddistingue la saga. Si tratterà quindi perlopiù di accorgimenti tesi a sistemare eventuali difetti mostrati nei precedenti capitoli della serie, o a dare più profondità e varietà alle situazioni in cui il protagonista si troverà coinvolto.

 

A dispetto dell'età, Ezio è ancora molto agile e può usare anche il suo nuovo gancio per arrampicarsi.Una delle novità, per esempio, consisterà in una inedita "arma" correlata a una nuova abilità di Ezio, e cioè quella di potersi spostare più rapidamente da una zona all'altra di Costantinopoli sfruttando una serie di reti costituite da funi sospese, sparse per la città. Si tratta di un gancio che l'assassino avrà montato direttamente sotto alla lama celata, e che potrà utilizzare per scivolare sulle corde sopraccitate come una sorta di funivia umana, ma anche per scalare torri o agganciare sporgenze poste troppo in alto per essere raggiunte normalmente con la semplice arrampicata. L'oggetto potrà anche essere utilizzato per uccidere i nemici.

 

Tra l'altro pare che Ezio sarà più rapido nei movimenti di aggiramento e aggressione silenziosa delle sue vittime, grazie a una nuova serie di animazioni, all'implementazione di un sistema di comandi più immediato da eseguire e migliori capacità, come quella di ideare delle trappole per immobilizzare o eliminare i nemici.

trailel di gioco!


 

Saints Row:The Third

Saints Row: The Third è il terzo capitolo della serie Saints Row, che vede il ritorno dei 3rd Street Saints per le strade a reclamare il proprio dominio sul quartiere. Dopo avere conquistato la città di Stilwater nel secondo episodio, i Santi tentano un colpo in banca che però va storto, e finiscono in prigione. Lì fanno la conoscenza del Sindacato, una potente organizzazione che gli propone di collaborare e come segno di buona volontà riesce a far evadere il nostro personaggio, Johnny Gat. L'accordo però non andrà a buon fine, e scoppierà una nuova guerra per il predominio!

Saints Row: The Third è un titolo diviso in due: tanto banale, ripetitivo, volgare e sboccato nella prima parte, quanto molto più divertente nella seconda metà, complici la qualità delle missioni che aumenta in modo esponenziale, l'assimilazione della ridicola componente sessual-parodistica e l'aumentare delle capacità di fuoco del protagonista. Un titolo che non eccelle in nulla, ma è comunque riempito fino all'orlo di missioni e attività da eseguire imperniate su un sistema di progressione ben congegnato che stimola a far accumulare ore e ore di gioco nonostante la mediocrità delle dinamiche shooter e il comparto tecnico solo sufficiente.

l'ultimo commento è appartenente al sito MULTIPLAYER.IT

 

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